sabato 21 aprile 2018

Lettera al sindaco sul Polo Museale



Egregio Sindaco di Latiano, 
finalmente, lo scorso 26 marzo, a distanza di sei anni dal primo atto amministrativo, i latianesi hanno potuto assistere alla inaugurazione del Polo Museale. Come tutte le inaugurazioni, anche questo taglio di nastro è stato per l’amministrazione comunale un’occasione da salutare nel più classico clima trionfale. Da un certo punto di vista è anche opportuno che questo succeda. 

A noi di Latiano5stelle che, invece, sta a cuore il bene comune, non basta l’emozione di vedere sfilare per le vie di Latiano personalità più o meno note per una mezza giornata, perciò ci siamo presi la briga di leggere i documenti a nostra disposizione e di visionare il sito museilatiano.it per analizzare e controllare la struttura organizzativa del neonato istituto culturale, affinché un bene di siffatta importanza resti e si arricchisca nel tempo a beneficio della comunità. La nostra preoccupazione nasce dal timore - ampiamente motivato – di assistere al progressivo abbandono o peggio alla chiusura di un altro bene che appartiene a tutta la comunità. Da qualche decennio i latianesi stanno assistendo inermi alla cancellazione di importanti strutture quali il Mercato coperto, l’Istituto Caterina Scazzeri, una ludoteca, un palazzetto dello sport, un’area verde dietro la vecchia biblioteca comunale e (Dio non voglia!) una scuola media.

Comunque, tornando al discorso sul Polo museale, abbiamo consultato lo Statuto deliberato dal Consiglio comunale nel 2012 (l’unico a cui abbiamo potuto accedere!) in cui sono previste determinate figure che dovrebbero garantire il funzionamento del polo stesso; tra questi il Direttore, il comitato scientifico “composto da un minimo di tre ad un massimo di 7 membri, personale per accoglienza, custodia e vigilanza ed, infine, un “responsabile tecnico della sicurezza” individuato tra il personale dipendente dell’Ente. Stando a quanto ci risulta pare che queste figure non siano state ancora individuate e/o scelte (almeno attraverso bandi e atti pubblici). Neanche dal sito museidilatiano.it è possibile risalire alla determinazione del suddetto personale. Pertanto riteniamo (forse a causa, magari, di una cattiva comunicazione) che l’Ente che lei rappresenta non ha ancora proceduto all’assegnazione degli incarichi previsti dallo Statuto del Polo museale, che prevede altresì una Carta dei servizi di cui non abbiamo trovato traccia. Navigando sul sito museidilatiano.it, abbiamo trovato una sezione “Accesso utente” a cui non è stato possibile registrarsi e, tantomeno, accedervi. 

Proprio per fugare ogni dubbio abbiamo inteso scrivere a lei quale primo cittadino e responsabile alla cultura, per conoscere lo stato di istituzione delle figure previste per il funzionamento del Polo museale e i tempi per avere accesso alla prevista carta dei servizi e le eventuali misure adottate per la risoluzione dei problemi tecnici inerenti la sezione “accesso utente”.

In attesa di un vostro riscontro cogliamo l’occasione di rivolgervi cordiali saluti.

domenica 4 febbraio 2018

Latiano, l'accorpamento delle scuole e il sindaco "cuore di cane"


Nell’opera “Cuore di cane” il russo Michail Bulgakov narra di un cane randagio che muore di stenti per una via di Mosca. L’animale viene avvicinato da una persona che lo accoglie nella sua casa e lo chiama Pallino (Sarik in russo). Il benefattore è un medico di grande fama, Filip Preobrazenskij, andrologo e ginecologo, che sta conducendo, insieme al suo assistente dottor Bormental, degli studi su come far ringiovanire il corpo umano. Ad un certo punto della storia i due si accordano ad impiantare i testicoli e l’ipofisi di uomo morto sul corpo del povero Pallino, che diventa così una cavia. Dopo l’operazione Pallino perde il pelo, cammina eretto, inizia a parlare ma compie atti osceni. Viene addirittura iscritto all’anagrafe con un nome vero e proprio. Assume tutte le capacità mentali dell’uomo deceduto di cui possiede l’ipofisi: parla di Marx , Engels e racconta la sua vita e il suo assassinio in un locale di Mosca. Ma nello stesso tempo non perde mai l’istinto animale inseguendo i gatti che si trovano per casa. La nuova creatura crea una serie di guai al suo creatore che, assieme al suo assistente, decide di interrompere l’esperimento facendolo ritornare cane a tutti gli effetti: gli estraggono di nuovo l’ipofisi e i testicoli, restituendogli le sembianze normali di cane.

Ora - con un gioco di fantasia - figuriamoci che il dottor Filip Preobrazenskij sia la cittadinanza latianese e che Pallino sia il sindaco Maiorano su cui la cittadinanza ha voluto impiantare, con l’elezione (anch’essa un’alchemica operazione!), la fascia di primo cittadino. Ebbene, anche il nostrano Pallino/sindaco si comporta come quello del romanzo di Bulgakov. Infatti, oltre ad esibire un proprio stile istituzionale con sfumature retoriche che vanno dal monastico all’azzeccagarbugli, compie azioni che fanno arrabbiare tantissimo i cittadini. Ma quando questo succede e la cittadinanza protesta energicamente, a differenza della creatura del dottor Preobrazenskij, il sindaco Maiorano si fa ragionevole e cerca di prendere tempo. Potrebbe essere che questo finale inedito di “Cuore di cane”, in salsa latianese, nasca dal timore del sindaco che il suo creatore (la cittadinanza) possa porre fine all’“esperimento” e fare la fine di Pallino che ritorna cane. 

A questo gioco di fantasia abbiamo fatto ricorso per cercare una spiegazione sul comportamento del sindaco nell’ultimo consiglio comunale, quando si è discusso della sua decisione di accorpare le scuole secondarie inferiori. In questo caso, di fronte alle forti rimostranze dei cittadini, minacciati – oltretutto - di essere allontanati dalla sala consigliare dagli agenti della polizia comunale, il sindaco ha preso tempo rinviando ad un prossimo consiglio monotematico e spalmando la responsabilità della “frittata” fatta verso le autorità scolastiche e territoriali con cui ha deciso l’accorpamento. Della fusione delle due scuole secondarie inferiori se ne parlò circa un anno fa e, anche in quel caso, la questione aveva comprensibilmente fatto arrabbiare la cittadinanza, ormai stanca di vedersi sottrarre dall’amministrazione comunale l’ennesimo bene pubblico. Allora, il sindaco Maiorano, aveva cercato un confronto pubblico con la dirigente scolastica (forse intenzionato a spartirsi con lei la responsabilità!); ma il faccia a faccia tra la dirigente e il sindaco si trasformò ben presto in uno squallido rimpallo di dichiarazioni contrastanti e dallo scontro fu il primo cittadino ad uscirne piuttosto malmesso, tanto che sembrava essere disposto a cancellare i propositi di accorpamento. 

Dopo un anno, invece, siamo punto e a capo. Stavolta però non sappiamo se il suo prendere tempo basterà a convincere la cittadinanza della bontà dell’ “esperimento” politico amministrativo che guida Latiano.

mercoledì 31 gennaio 2018

Lettera aperta sui ritardi dell’apertura dell'uscita Latiano Centro




Oggetto: Lettera aperta al Sindaco e al Presidente del Consiglio di Latiano sui ritardi dell’apertura dello svincolo per San Vito dei normanni lungo la S.S.7


Gentili Presidente del Consiglio Comunale di Latiano e Sindaco di Latiano,

è da quasi due anni che sono iniziati i lavori per la sostituzione del ponte stradale di attraversamento del Canale Reale sulla S.P. 46. Stando alla cartellonistica di cantiere, i lavori sarebbero dovuti durare circa quattro mesi ma, a tutt’oggi, la nuova opera risulta ancora chiusa al traffico. 
Lo scorso ottobre 2017, benché in ritardo di un anno dal previsto completamento dei lavori, la cittadinanza aveva tirato un sospiro di sollievo quando il Presidente del Consiglio municipale parlava “della conclusione dei lavori di rifacimento del ponte sul Canale Reale”. A quasi quattro mesi da quest’ultimo annuncio, però, lo svincolo sul nuovo ponte continua a rimanere chiuso; in questo modo si continua a creare disagi più o meno notevoli alla circolazione, alla cittadinanza e a tutti coloro che venendo da Brindisi devono recarsi a San Vito dei Normanni e a San Michele salentino. Altri disagi, stando a quanto ci è dato sapere, stanno subendo i proprietari dei terreni adiacenti all’opera per la difficoltà a raggiungere il proprio podere. 

A questo punto ci chiediamo e vi chiediamo: come mai un’opera costata 600.000 euro di denaro pubblico, la cui costruzione sarebbe dovuta durare quattro mesi (da giugno 2016 a ottobre dello stesso anno), non è ancora fruibile? C’è, per caso, qualche inconveniente tecnico o progettuale per cui il ponte di attraversamento del Canale Reale non possiede tutti i requisiti per la fruibilità? 

Questo ritardo, assieme alle difficoltà che i cittadini affrontano, ha generato un certo chiacchierio in paese, con affermazioni alquanto gravi in termine di mancanze istituzionali. È proprio questa la prima ragione per cui il gruppo Latiano5stelle ha deciso di rivolgere le suddette domande direttamente alle vostre autorità, affinché siano i fatti ad emergere. La seconda ragione sta nel fatto che la realizzazione del ponte è avvenuta coi soldi dei cittadini (anche i soldi dei finanziamenti della Regione provengono dalle tasche dei cittadini!), ed è giusto che i cittadini siano pubblicamente informati, da chi ha gestito quei soldi, sulle ragioni del ritardo o di eventuali errori.

Con osservanza

martedì 9 gennaio 2018

Ponte stretto o ponte sullo stretto?



SEGNALAZIONE CITTADINA
Tratto da una segnalazione di un cittadino.

É da più di un anno ormai che l'uscita Latiano Centro è chiusa a causa dei lavori che interessano l'area per la costruzione del nuovo ponte. 

Da quanto ci viene segnalato, il motivo per cui i lavori perdurano, sono collegati al fatto che ancora oggi non è possibile eseguire il collaudo della struttura poiché pare che la larghezza minima delle due corsie non rispetti la normativa vigente. Purtroppo non ci è dato sapere se questi rumors, sempre più diffusi nel paese, abbiano un effettivo riscontro tecnico. Considerato che l'opera è stata già ultimata da tempo, perché tutto è fermo? Eppure il sindaco Maiorano aveva annunciato l'apertura del tratto stradale in questione già nel mese di ottobre, come anche qualche neo-componente di questa maggioranza che aveva addirittura legato il proprio mandato al compimento di questa ed altre opere.

Dalla stessa segnalazione ci ha destato, poi, forte preoccupazione quanto ritrae la foto che mostra lo strano colore scuro delle acque che fluiscono al di sotto del ponte. A tal proposito sarebbe opportuno che gli organi competenti si adoperino al più presto ad eseguire i dovuti rilevamenti.

Speriamo che almeno in questo caso si passi dagli annunci ai fatti...Il ponte sul Canale Reale aspetta di essere inaugurato...Nastro, forbici e spumante, come sempre, sono già a disposizione!

Per altre foto clicca QUI

martedì 19 dicembre 2017

Gli STUDENTI prima di tutto!!!

Scuola media Benedetto Croce

Era l’ottobre del 2012, quando la giunta comunale guidata da De Giorgi incappò in un vigoroso braccio di ferro con le istituzioni scolastiche per il trasferimento della scuola superiore “Armando Franco” in una parte dell’edificio della scuola elementare Bartolo Longo. L’idea di dare ospitalità alla scuola superiore era venuta al sindaco, ma dovette ben presto arenarsi di fronte al rigore delle istituzioni scolastiche (principalmente della CGIL-scuola) che esigevano, per autorizzare il trasferimento, una sede che offrisse la “garanzia del rispetto delle norme sul piano igienico- sanitario, della vigilanza e della sicurezza, a tutela di tutti gli alunni e di tutto il personale interessato”. 
Le attestazioni di sicurezza ed idoneità igienico-sanitarie non giunsero mai alla Direzione Generale dell’Ufficio scolastico regionale, forse perché neanche il comune li aveva mai avuti, pertanto il tanto combattuto trasferimento non si fece. Nell’occasione, mentre gli Ecopacifisti parlavano di vittoria della società civile, altri – in controtendenza- riconoscevano che i veri sconfitti rimanevano i bambini della scuola elementare che avrebbero dovuto continuare le loro lezioni (cosa che avviene tuttora) in locali riconosciuti carenti sul piano igienico-sanitario, della vigilanza e della sicurezza a cui però nessuna istituzione scolastica o politica si sarebbe opposta. 

In questi giorni l’argomento “scuola” è tornato a rianimare la nostra cittadinanza dalla sua quasi asfittica condizione comatosa. Risuscitatore della sua gente non poteva che essere il primo cittadino che attraverso facebook ha comunicato la sua decisione di accorpare gli istituti della scuola secondaria di primo grado trasferendo nell’edificio della scuola Gabriele Monasterio gli studenti della scuola Benedetto Croce, i cui locali saranno occupati dagli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Palumbo”. 
L’affare non è nuovo, già l’anno scorso c’era stata un’intesa tra gli organi scolastici latianesi e il sindaco per dar vita al progetto, ma poi dinnanzi alle rimostranze della cittadinanza non si fece nulla. Ora il Sindaco è tornato alla carica e - considerato il loro silenzio – ha dalla sua parte la giunta comunale, la maggioranza ed anche l’opposizione. Tra gli alleati certamente può contare anche sulle istituzioni scolastiche locali e sul silenzio di organi che, come la CGIL- scuola, cinque anni fa bloccarono le intenzioni del sindaco De Giorgi. 

Da parte nostra, noi di Latiano5stelle, riteniamo che l’improvvisato e arrangiato piano del sindaco vada “sabotato” perché – così come successe nel caso citato nel 2012 – allo stato attuale delle cose non offre garanzie riguardanti sia il rispetto delle norme sul piano igienico-sanitario, della vigilanza e della sicurezza, a tutela di tutti gli alunni e di tutto il personale interessato e sia idonei provvedimenti per un piano di mobilità dei circa 200 studenti che dovranno spostarsi dall’altra parte del paese. Peccato però che in questa nuova circostanza i cittadini e il comitato dei genitori costituitosi, non può contare sull’appoggio delle istituzioni scolastiche ed anche di una certa opposizione politica che, come abbiamo visto per il caso succitato, richiedono l’applicazione della legge secondo la convenienza del momento. 

Noi di latiano5stelle riteniamo invece che l’abbandono del cittadino da parte dei rappresentanti istituzionali (come in questo caso), non debba essere vissuto come l’ennesimo caso che aumenti la rassegnazione e la frustrazione di ognuno di noi. È proprio questa l’occasione per riportare la cittadinanza al centro di un dibattito democratico sulle scelte che dovranno gravare sulle spalle di tutti noi. Perciò invitiamo ed esortiamo i cittadini (anche chi non è direttamente coinvolto), gli studenti del Palumbo (perché le garanzie richieste vanno anche a loro favore), a partecipare ai cortei e alle manifestazioni che il comitato dei genitori sta organizzando.

martedì 31 ottobre 2017

La politica latianese tra magheggi e Autorità Anticorruzione



Lo scorso giugno abbiamo denunciato all’Autorità Anticorruzione (A.N.A.C.) una serie di mancanze in tema di trasparenza amministrativa da parte del Comune di Latiano. Una delle tante mancanze riguardava la pubblicazione della situazione reddituale di tre assessori: il sig. Mauro Vitale, la dott.ssa Teodora Rizzo e il dott. Massimiliano Baldari. Va precisato che i redditi di tutti gli altri componenti politici della macchina amministrativa (Sindaco, assessori, consiglieri) erano, sino ad allora, regolarmente pubblicati. La nostra richiesta nasceva - come molti di voi ricorderanno - da una errata valutazione di censimento e, perciò, il risultato finale è stata la scoperta che i politici latianesi, che rivestono una carica nella macchina amministrativa, non hanno l’obbligo di pubblicare la situazione reddituale e patrimoniale. Va sottolineato che la norma non prevede alcun obbligo, pertanto il politico può tranquillamente decidere di farlo o meno. Infatti noi - poveri ingenui - abbiamo pensato, di fronte alla pubblicazione dei dati reddituali della quasi totalità dei membri del Consiglio e della Giunta, che questo avvenisse per puro senso di trasparenza; d’altronde, anche il “Progetto Ideale Globale” - dell’allora candidato sindaco Maiorano – prevedeva, in tema di trasparenza, la completa adesione alla Carta di Avviso Pubblico. Comunque al di là delle prevedibili accuse di dilettantismo che ci sono state rivolte per il caso, abbiamo scoperto che, attualmente, tutta la classe dirigente scelta dai latianesi ha deciso di non pubblicare più la propria dichiarazione dei redditi, anche quella che sino a qualche mese fa lo faceva regolarmente. Delle due l’una: o il sindaco, gli assessori e tutti i consiglieri che sinora pubblicavano il proprio reddito ignoravano l’esistenza della norma che ne eliminava l’obbligo, oppure non si aspettavano che qualcuno, in forza al potere che la democrazia riconosce ad ogni cittadino, avrebbe messo il naso nei loro affari e magari iniziato a mettere insieme i tasselli di un mosaico che attualmente è divenuto più oscuro. A nostro parere sarebbe essenziale che la cittadinanza, proprio per il ruolo che essa ricopre nel sistema democratico, fosse informata, da parte degli interessati, sulle ragioni di questo cambiamento di fronte che coinvolge trasversalmente la rappresentanza politica che siede in Consiglio ed in Giunta. 

Al di là della vicenda della pubblicazione della situazione reddituale, la nostra richiesta di controllo all’Autorità Anticorruzione per la pubblicazione dei dati mancanti ha avuto un riscontro. Infatti l’Ufficio di Vigilanza dell’A.N.A.C. ci ha fatto sapere che «da una verifica in data 31 agosto 2017, sul sito del comune di Latiano è emersa, in ogni caso, l’incompletezza di talune informazioni previste» e che lo stesso ufficio ha invitato il responsabile alla trasparenza del Comune di Latiano «a fornire le motivazioni dei ritardi nonché a procedere al relativo adeguamento della sezione “Amministrazione Trasparente”». Questa è la nostra piccola verità che i nostri rappresentanti politici locali hanno preferito nascondere. 

Infine, per quanto ci riguarda, noi continuiamo e continueremo a svolgere il nostro ruolo di cittadini attivi, profondamente legati al nostro convincimento, che è stato molto ben espresso nel pamphlet “Venti Lezioni per salvare la democrazia dalle malattie della politica” di Timothy Snyder: «L’individuo che investiga è dunque anche il cittadino che costruisce. Il capo a cui non piacciono le persone che indagano a fondo i fatti è un potenziale tiranno».

martedì 24 ottobre 2017

Se la Nigeria viene a Latiano, noi andiamo a puttane!

Foto di Gianluca Distante - Complanare SS7 Latiano/Oria


I recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto negli ultimi giorni alcuni amministratori "indecenti" del brindisino ci hanno portato nuovamente a riflettere su quale classe politica sia stata eletta da noi cittadini negli ultimi anni. Una gestione della cosa pubblica in antitesi alle regole del buon costume, della quale ognuno di noi ha le sue responsabilità.

Si pensava ad un nome come «vie dell’amore», ma le prostitute che si trovano sulle complanari della SS7 intorno Latiano narrano una storia che è l’esatto contrario di una mera situazione d’amore. Forse sarebbe più azzeccato definirle «vie del sesso», ma quest’espressione suona molto di Paesi del Nord Europa, dove le istituzioni destinano alcune vie cittadine al commercio del piacere. Invece «via dei rifiuti» la troviamo molto più azzeccata e forse anche in linea con quanto Papa Francesco denuncia come “cultura dello scarto”; infatti sulle strade adiacenti la superstrada oltre a incappare in vecchi materassi, lavatrici rotte, pneumatici e quant’altro è scartato dalla vita quotidiana, si trovano esseri umani che la nostra (poco) civile comunità esclude trasformandoli così in spazzatura: le prostitute negre (speriamo che nessuno si scandalizzi per l’aggettivo “negre” che non vuole essere un modo dispregiativo contro queste donne, ma un’accusa verso la nostra comunità che con le sue fasulle istituzioni, la sua cecità e i suoi silenzi ricorda loro che da questa parte del mondo sono ancora “negre”).

Qualche settimana fa la copertina di Internazionale intitolava “La tratta delle ragazze nigeriane in Italia” riportando, tra le sue pagine, un’inchiesta de The New Yorker. La storia narrata seguiva il racconto di “Blessing, bella slanciata, con occhi grandi e gli zigomi alti” che - come tante altre ragazze nigeriane attirate da false promesse e partite dalla Nigeria per sfuggire la miseria - aveva attraversato il deserto e il mare per finire a lavorare come prostituta in Italia. Il racconto è una sorta di viaggio dentro l’inferno (le malcapitate attraversano la Nigeria, il Niger e la Libia) in cui la morte, la violenza e il ricatto viaggiano quotidianamente con loro, giocandosi a sorte la vita su cui accanirsi. Leggendo la storia di Blessing, si scopre che il network delle organizzazioni dedite al traffico di vite umane, oltre ad avere sul territorio africano l’appoggio di istituzioni che ricevono dalla comunità internazionale i finanziamenti per contrastare il fenomeno, non si ferma alle porte d’Italia. Infatti la struttura organizzativa, che comprende uomini e donne (le cosiddette madam), di questa particolare tratta è ben radicata anche in Italia, dove “le intercettazioni della polizia dimostrano che le reti dei trafficanti nigeriani si sono infiltrate nei centri di accoglienza […] e pagano tangenti ai funzionari corrotti per accelerare le pratiche burocratiche”. 

Una volta giunte nel Belpaese, le ragazze devono raggiungere le madam, altre nigeriane che le controllano e le avviano alla prostituzione, a cui le malcapitate pagano una sorta di debito dovuto sia al viaggio che a nuovi ricatti come, ad esempio, il costo dello spazio di marciapiede o di asfalto su cui andranno a vendere il proprio corpo. La cifra da dover scontare può raggiungere anche i 50 mila euro, che restituiranno con la prostituzione. Chi si rifiuta di pagare viene minacciata di morte assieme alla sua famiglia e attraverso lo juju, un rito tradizionale di maledizione molto temuto in Nigeria, i trafficanti esercitano un efficace controllo sulla loro volontà e quindi sulle loro vite.

La tratta delle nigeriane non risparmia neppure le minorenni che, una sorta di razzismo non dichiarato, condanna alla prostituzione così come le adulte. Padre Enzo Volpe, un prete che a Palermo gestisce un centro per bambini migranti vittime del traffico degli esseri umani è abbastanza schietto sulla questione “la società dichiara che è un reato andare a letto con una tredicenne o una quattordicenne. Ma se è africana? Non importa niente a nessuno. Non pensano a lei come a una persona”. In Italia i migranti minorenni dovrebbero essere iscritti a scuola e, quindi, trasferiti in un centro per minori. Ma se per gli adulti è noto che spesso scappano dai centri di accoglienza per diventare clandestini, nulla si sa (o poco importa a tutti noi) se la stessa sorte tocca anche ai ragazzi dei centri per minori (su questo eventuale fenomeno sarebbe interessante avere qualche dato da parte delle scuole o delle varie strutture per l’accoglienza ed assistenza di minori stranieri non accompagnati presenti a Latiano).

Comunque, stando ai dati, in Italia, il giro d’affari della prostituzione ammonta a circa 90 milioni di euro, alimentato quotidianamente da giovani donne costrette ad avere sino a 15 rapporti al giorno

L’articolo de The New Yorker, da cui abbiamo attinto gran parte delle informazioni di questo post, così come abbiamo già detto, racconta il viaggio di Blessing, una ragazza nigeriana “bella e slanciata, con gli occhi grandi e gli zigomi alti”. A Latiano sulla «via dei rifiuti» spesso ci troviamo a pochi metri da queste giovani donne, tanto da scorgerne bene il viso e i caratteristici lineamenti che le fanno assomigliare alla Blessing del racconto, e nello stesso tempo è sorprendente constatare come ciò che accade a migliaia di kilometri ha a che fare con quello che succede ad un metro da noi!

martedì 3 ottobre 2017

Latiano: pullman troppo pieni? La politica batte i pugni davanti ai giornali e a porte chiuse si abbassa agli "interessi"!


Lo scorso 23 settembre su un giornale locale si poteva leggere “Il sindaco sul pullman con gli studenti: «Sono pieni, garantiremo sicurezza»”, un articolo che narrava la straordinaria impresa di due amministratori latianesi (sindaco e vicesindaco) alle prese con il pullman della linea FSE (Ferrovie del Sud-Est). Sotto questo titolo “col botto” vi era la narrazione degli impavidi e fenomenali amministratori che, giunti alla fermata del pullman, avrebbero “toccato con mano” le condizioni di disagio alle quali, già da tempi lontani, sono sottoposti tutti gli utenti (soprattutto abbonati) che viaggiano ogni giorno; per questo motivo il sindaco Maiorano si è detto pronto ad attivarsi nell'immediato per garantire dignità e sicurezza ai pendolari, tenendo a evidenziare questa presa di posizione come un imperativo categorico e non come uno slogan; nel caso qualcuno venisse solleticato dalla folle idea di considerarla tale. È infatti nota a tutti i cittadini latianesi la consistenza (carente) delle promesse fatte dal primo cittadino. 

Solo qualche giorno dopo però, il 26 settembre, si è svolta presso il Comando dei Vigili urbani di Latiano una riunione tra i rappresentanti dell'amministrazione Comunale e i responsabili delle Autolinee delle Ferrovie del Sud-Est. Starete sicuramente pensando che l'oggetto dell'incontro sarà stato il miglioramento delle condizioni di viaggio per gli studenti? Purtroppo no. 

A quanto ci é dato sapere il motivo dell'incontro (per niente pubblicizzato a differenza del blitz alla fermata del pullman) è stato lo spostamento, voluto dall’amministrazione comunale, senza alcuna ragione a noi nota, della fermata da via Berlinguer a viale Cotrino, all'altezza del Pio Istituto Caterina Scazzeri. 

Su questa decisione sarebbe interessante e opportuno ascoltare i cittadini latianesi, soprattutto i viaggiatori e le viaggiatrici, già penalizzati/e negli scorsi anni con l'instradamento degli autobus di linea su strade estremamente periferiche, poco funzionali, e quindi costretti/e a spostarsi a piedi da un estremo all'altro del paese per poter raggiungere le fermate. Ascoltare non è sinonimo di “sentire” (per poi fare come si pare), ma di “accogliere” le istanze e le proposte e farle proprie; se così fosse stato avremmo potuto comprendere quali benefici potevano apportare scelte di tale genere, ma ad oggi dalle stanze di quell'edificio che doveva essere “la casa di tutti” esce solo quello che taluni preferiscono pubblicizzare per farsi belli, tutto il resto viene biecamente taciuto. Il dato sconcertante di questo modo opaco di amministrare è rappresentato dall'ipocrisia generale della quale tutta l'amministrazione comunale si fascia, questo fa sì che la parte più debole della nostra comunità si senta sempre più esclusa, tradita dalle Istituzioni e da una politica senza un'idea di futuro. Una politica sempre attenta a non disturbare gli interessi privati dei soliti pochi e sempre più “interessata” ad attrarre consensi ai fini elettorali piuttosto che attiva nel ricercare risposte alle reali necessità della nostra città.

mercoledì 7 giugno 2017

Nulla da dichiarare?


La Trasparenza amministrativa è uno dei principi cardine della buona politica. Un'attività amministrativa pubblica è trasparente se tutte le informazioni su di essa sono accessibili e liberamente disponibili. All’argomento, specie negli ultimi anni, il Parlamento e vari governi  hanno rivolto una certa attenzione creando e modificando nuove leggi e istituendo una Autorità anticorruzione, l’ANAC, guidata dal giudice Cantone. Al di là del fatto che la trasparenza amministrativa sia basilare per la vita stessa della democrazia, essa costituisce la medicina per la lotta alla corruzione.
Pertanto la pubblicazione dei dati che spetta ai titolari di incarichi politici ha l’obiettivo principale di prevenire casi di corruzione. Anche l’obbligo di pubblicare la dichiarazione dei redditi che incombe sui politici della giunta comunale di Latiano ha lo scopo esclusivo di prevenire situazioni extra legem. Certi del valore della Trasparenza e a garanzia della comunità, noi del gruppo Latiano5stelle continuiamo a svolgere un’azione di controllo sull’operato dell’amministrazione comunale. Purtroppo continua a succedere che vi sono amministratori, come il vicesindaco e assessore con delega alle attività produttive Mauro Vitale, la cui Dichiarazione dei redditi continua ad essere ignota ai cittadini (vedi qui). Eppure, proprio agli inizi dello scorso gennaio, è stata nostra premura avvisare il sig. Mauro Vitale che la pubblicazione dei suoi dati era carente. Ad oggi,  a distanza di 5 mesi, siamo quindi costretti ad informare del fatto l’Autorità anticorruzione (ANAC) e il Prefetto di Brindisi.
Comunque il caso del vice sindaco non è isolato, poiché anche i dati dei due nuovi assessori, il dott. Massimiliano Baldari (vedi qui) e la Dott.ssa Teodora Tiziana Rizzo (vedi qui), mancano della pubblicazione dell’ultima Dichiarazione dei redditi, nonostante siano in carica da oltre tre mesi, periodo entro il quale si ha l’obbligo di pubblicazione dei “dati concernenti i titolari di incarichi politici o di indirizzo politico”.  

Va sottolineato che già nel 4 febbraio del 2016 l’ANAC aveva rivolto la sua attenzione alla poca trasparenza del sito web del Comune di Latiano, ordinando al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, dott.ssa Carmela Flore, l’adeguamento agli obblighi di legge e minacciando un procedimento sanzionatorio nei confronti dell’Ente.


Ora noi non sappiamo i motivi per cui il vicesindaco Vitale e gli altri due neo assessori non abbiano avvertito l'obbligo, impostogli per legge per la carica che ricoprono, di far pubblicare le proprie dichiarazioni reddituali. Magari le ragioni sono da ricercare nei frequenti rimpiazzi in giunta operati dal Sindaco Maiorano, che ha reso incerta la permanenza degli assessori, i quali vivendo un clima di doman non v’è certezza si aspettano di finire il mandato prima del prossimo controllo da parte dell’Autorità anticorruzione.

AGGIORNAMENTO in data 10/06/2017: In relazione a quanto deciso nella Determinazione n. 241 del 08/03/2017 dell’ANAC va evidenziato che l’Autorità ha ritenuto soggetti agli obblighi di pubblicazione della situazione reddituale e patrimoniale i componenti degli organi di indirizzo politico nei soli comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Pertanto non sono obbligati alla pubblicazione di detti dati per comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. Resta, invece, fermo l’obbligo di pubblicare i dati e le informazioni di cui alle lett. da a) ad e) del medesimo art. 14, co. 1 del D.lgs 33/2013 anche in questi comuni.

lunedì 29 maggio 2017

Silenzio… elettorale.


Il mese di Maggio non può non rievocare quell’intensa esperienza che abbiamo vissuto, per la prima volta, due anni fa. Tanti lieti ricordi dei tanti volti incrociati per le vie del paese, dei loro sorrisi sinceri e calore umano; tante emozioni che non si sono mai respirate nelle campagne elettorali iniziate nei teatri e finite poi con le "grandi abbuffate".
D'altronde se togliamo da queste campagne elettorali le abbuffate “scialate”, che hanno l’unico obbiettivo di raccattare voti per il candidato “scialatore”, sicuramente l’elemento aggregante  non sarà il programma elettorale.
Questo modo di intendere la politica è drogato, allucinogeno, forse è per questo che puntualmente ci ricaschiamo. Funziona così da sempre e ci abbiamo fatto oramai l'abitudine. E' assurdo!
Difatti, in consiglio comunale siedono sempre gli stessi personaggi che puntualmente, a seconda di come tira il vento, cambiano casacca (così come abbiamo potuto constatare - quest’anno - con i consiglieri De Punzio e G.Bruno) e quando anche nuove figure piene di buoni propositi riescano ad entrarvi, accade che queste perdano fiducia negli stessi che li avevano spinti a candidarsi. Poi ci sono quelli che con i loro voti consentono prima alle coalizioni di vincere le elezioni, salvo poi prenderne – regolarmente - le distanze, come voler ritrovare quella verginità perduta (tanto tempo fa).
I risultati delle suddette dinamiche sono, ormai, sotto gli occhi di tutti e Latiano continua ad assistere sofferente a questa politica così espertissima nel mal amministrarla. Eppure se siedono lì è perché qualcuno gli rinnova la fiducia con il voto o con la propria candidatura in una delle tante liste e listini associati ai soliti personaggi. E pensare che senza quel qualcuno questi politicanti non potrebbero contare neppure sulla fiducia dei propri congiunti.
Sarà per questo che in soli due anni di amministrazione Maiorano, i cittadini latianesi hanno già assistito a ridicoli teatrini. Ci riferiamo a coloro che, dopo esserne stati i primi sostenitori, hanno preso le distanze da questa maggioranza: l'ex-vicesindaco Cosimo Albanese, l'ex-assessora Milone e la rispettiva componente consigliare della lista "Noi ci siamo" (Errico e Antonucci), l'ex-assessora Maria Paola Ingusci e gli Ecopacifisti Calcagno e Pizzi, la consigliera dimissionaria Lidia Mingolla (a dire il vero le ragioni delle sue dimissioni sono ancora ignote) e da ultimo la rinuncia della subentrante Daniela Caliolo in favore di Domenico Nacci. Nessuno di questi ha mai sentito il dovere di rendere conto alla cittadinanza del proprio mandato istituzionale, né di spiegare pubblicamente il vero motivo della loro sfiducia nei confronti del sindaco e della ormai sparuta maggioranza; al di là dei comunicati scontati che i cittadini hanno sorbito negli ultimi mesi sono ancora poco chiari, salvo rarissimi casi, i motivi di queste prese di posizione.
Le reali ragioni della sfiducia sono da ricercare, probabilmente, nei tantissimi latianesi che, traditi dal voltafaccia del sindaco, hanno iniziato a considerare il fatto che non c’è mai stata una reale discontinuità con il passato.
Stessi nomi, stessi interessi, stesso modus operandi!

Queste vicende amministrative di Latiano ci hanno quindi portato alla mente l'opera "Pagliacci" di Ruggero Leoncavallo dove la platea di spettatori assiste, ignara di cosa stia accadendo sul palco, alla trasformazione della farsa in un dramma. Ammaliato dalla bravura degli attori (i soliti a calcare la scena), il pubblico comprende troppo tardi che lo spettacolo al quale sta assistendo non è più finzione; l’opera teatrale diviene così un’inquietante realtà.

La suddetta opera sembra rappresentare la triste realtà politica latianese dove il silenzio assordante dei cittadini/spettatori, che due anni fa sono stati ammaliati dai soliti politicanti che calcavano il palco, sta conducendo la nostra città al baratro. 
Come possiamo ancora assistere in silenzio dinanzi a chi dice una cosa in campagna elettorale e poi, una volta eletto, ne fa un'altra?
Chi non rispetta gli impegni presi con i propri concittadini non merita più di sedere su quella poltrona, e la propria coscienza dovrebbe suggerirgli di non ricandidarsi più le volte successive.

“La commedia è finita!”